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Immagine tratta dal film 300 - L'alba di un Impero |
Temistocle è stato un politico e generale ateniese vissuto circa dal 525 al 460 a.C. Figlio di Neocle (o Nicocle) mentre sua madre poteva essere tracia oppure di Alicarnasso, ancora la questione è rimasta in sospeso. Personaggio di spessore nella vita tanto che Plutarco decise di dedicargli un libro nella sua opera Vite Parallele a confronto con Marco Furio Camillo.
Piccola digressione: nelle Vite di Plutarco egli mette a confronto un personaggio greco con uno romano, possiamo citare ad esempio Nicia e Crasso, Alcibiade e Coriolano e tanti altri.
Viene eletto Arconte eponimo per l'anno 493 - 492 a.C., partecipò alla battaglia di Maratona contro i Persiani nel 490 a.C.
Col tempo divenne sempre più influente nel governo della Polis tanto da convincere tutti ad investire nella flotta per il dominio dei mari. L'investimento fu azzeccato tanto che Atene negli anni successivi divenne egemone grazie alla sua potente flotta. Questa scelta di rafforzare la flotta lo rese ancora più popolare tanto che nel 480 a.C. gli fu affidato il comando della battaglia navale di Salamina contro l'immensa forza scatenata dai Persiani.
Temistocle e i suoi uscirono vittoriosi dallo scontro navale mentre poco tempo prima Leonida e i suoi prodi 300 si immolavano nelle Termpoli per dare il tempo ai greci di potersi organizzare e difendere dalla sete di vendetta di Serse. Riuscì a sfruttare a suo vantaggio l'agilità delle imbarcazioni ateniesi a discapito delle ingombrati navi persiane, e sfrutto il merito di avere marinai con molta più esperienza rispetto al nemico persiano.
A Temistocle va anche il merito di aver fortificato il porto del Pireo, che dotò anche di un arsenale e fece costruire le cinta murarie di Atene, rendendola quasi inespugnabile.
Nella battaglia di Salamina Atene e Sparta erano alleate ma una volta sconfitto il nemico barbaro cosa sarebbe successo? Temistocle ebbe la lungimiranza di capire che la rottura sarebbe stata inevitabile e dunque sponsorizzò la costruzione della Lega Delio-Attica in funzione proprio antispartana.
La sempre maggiore influenza sulle questioni politiche, economiche e militari della città diede l'occasione a Cimone (figlio di Milziade) di accusarlo di mirare alla Tirannide e quindi nel 472 a.C. venne ostracizzato. Come ben sappiamo l'ostracismo impone di lasciare Atene per 10 lunghi anni, nel quale però il malcapitato conserva i diritti sulle proprietà e il resto dei suoi beni. Inizialmente si rifugiò ad Argo, nel Peloponeso, ma venne accusato e condannato in contumacia di aver stretto alleanza con i Persiani.
Ironia della sorte, alla fine, fu accolto proprio da quei barbari Persiani che aveva contribuito a sconfiggere. Venne infatti accolto esule nella corte di Artaserse I che lo proclamo Satrapo della Magnesia, dove successivamente morì in circostanze sospette, forse addirittura suicida.
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